La videoconferenza è sicuramente uno dei sistemi più efficaci attualmente esistenti per comunicare da postazioni remote, a maggior ragione oggi che la crisi pandemica ci ha costretti allo smart working e ha creato barriere spesso insormontabili negli spostamenti. Se è vero che le tecnologie attuali sono in grado di offrire un’esperienza d’uso pari a quella che si avrebbe con le riunioni in presenza dei partecipanti, i limiti della connessione di rete rappresentano il tallone d’Achille che impedisce la piena fruibilità del servizio in tutte le sue potenzialità.
Tuttavia, se poco possiamo fare di fronte al congestionamento di rete se non l’upgrade a servizi a banda ultra-larga (quando possibile), possiamo però predisporre nel nostro ambiente sistemi hardware per videoconferenza e relativo software che garantiscano una eccellente user experience permettendo ti ottenere risultati professionali con investimenti non necessariamente onerosi.
In quest’ottica, il primo aspetto da considerare riguarda la facilità d’uso nell’allestimento per videoconferenza. Tutti i partecipanti devono essere infatti in grado di utilizzare semplicemente i vari dispositivi preposti, senza complicate configurazioni o connessioni e con la certezza di poter contare su un sistema affidabile.
Un esempio? Aver VB342+. Immaginate una sound bar che integri una telecamera 4K con angolo di visione di 120°, una coppia di speaker ed un microfono (in realtà si tratta di un array microfonico costituito da una coppia di microfoni direttivi) in grado di regolare la direttività per seguire la voce umana del relatore, con l’aggiunta di echo e noise canceler, fino a 6 m. Una soluzione all in one semplice ed efficace per non doversi preoccupare di nient’altro, un vero e proprio kit per videoconferenza integrato.
Sempre riguardo alla facilità d’uso, recentemente è nata la necessità di utilizzare nei sistemi per videoconferenza la medesima porta di rete sia per lo streaming IP che per l’alimentazione (Power over Ethernet, PoE). Questa soluzione comporta un’ulteriore semplificazione nelle connessioni, in quanto evita di dover utilizzare l’alimentatore AC esterno per la videocamera. Esempi di questi prodotti sono la telecamera professionale per conferenze Aver CAM520 Pro (PoE) oppure la Lumens PTZ VC-A71P.
In secondo luogo, il sistema deve poter garantire prestazioni A/V professionali, e in queste la qualità della ripresa microfonica e in generale dell’audio gioca un ruolo ancora più importante di quella del video, perché se tutto malauguratamente dovesse fallire per qualsivoglia motivo, l’audio diventa la parte più urgente e importante. Paradossalmente, in questi casi, si potrebbe decidere di continuare la videoconferenza con un cellulare al centro del tavolo, ma non in assenza di audio!
Per questa ragione Ligra DS pone il dovuto accento su questo aspetto proponendo soluzioni come Stem Audio, che utilizza un microfono per videoconferenza multi-capsula da posizionare a soffitto (tipo lampadario) oppure uno speakerphone da appoggiare sul tavolo conferenza oppure ancora integrato nella soundbar, basato sulla tecnologia beamforming.
Che cos'è la tecnologia beamforming?
Beamforming, letteralmente “formazione del fascio”, è una tecnologia basata su un array di capsule microfoniche (ad esempio 12, ma possono essere di più o di meno) contenute in un solo corpo microfonico che permette di discriminare la direzione di provenienza del suono. Cioè avviene amplificando i suoni provenienti da una certa direzione e attenuando gli altri. Per ottenere questo risultato, i segnali captati dai singoli microfoni vengono sommati utilizzando tecniche di elaborazione digitale del segnale come l’inserimento di un ritardo, l’amplificazione e il filtraggio per ridurre al minimo i suoni indesiderati.
Il “fascio” è qui inteso come diagramma polare del microfono, in quanto il microfono ideale per prendere tutto è quello omnidirezionale, che ha un diagramma polare sferico e quindi si comporta nello stesso modo indipendentemente dalla direzione di provenienza dei suoni. Tuttavia, questo tipo di microfono, semplice ed economico, è allo stesso modo sensibile a rumori ambientali indesiderati (si dice che “prende l’ambiente”) che interferiscono con l’emissione del suono utile, cioè il parlato del nostro interlocutore, peggiorandone l’intelligibilità e fornendo spesso un suono cupo e intubato.
Compatibilità software per videoconferenza multi-piattaforma
Infine, qualora si optasse per una soluzione solo software sfruttando l’hardware del computer, non dimentichiamo la compatibilità via web con le varie piattaforme e l’interoperabilità con i device che poi li utilizzeranno. Bisogna infatti verificare che i software di videoconferenza siano compatibili con i sistemi preesistenti e le piattaforme aziendali, senza conflitti e senza interferire con il normale workflow. Normalmente la compatibilità viene garantita e certificata dal costruttore stesso.
Un esempio è costituito dal software Veedeeo, che offre una soluzione a 360° per le lezioni e riunioni in videoconferenza con in più una caratteristica unica rispetto ai concorrenti: la traduzione automatica del parlato in 120 lingue visibile in forma scritta come sottotitoli del video trasmesso! La piattaforma software è 100% cloud, senza nulla da installare.