Uno dei settori che ha risentito maggiormente della crisi a seguito della pandemia provocata dal Coronavirus è senza dubbio quello legato agli eventi musicali e teatrali, e in generale a tutti gli spettacoli dal vivo. Con le sale cinematografiche, le arene, i teatri chiusi e l’impossibilità di organizzare concerti, un intero settore che dava da vivere a decine di migliaia di lavoratori si è fermato: ma non la voglia di divertirsi e di emozionarsi. Per far fronte a queste limitazioni è stato necessario riorganizzare gli spazi pubblici per garantire l’accesso in modo ordinato a quelle poche strutture che hanno potuto continuare a performare eventi in questi difficili mesi. E se, nella maggior parte dei casi, l’accesso a questi spazi pubblici non era consentito agli spettatori, non significa che tutti gli spettacoli siano stati sospesi, o rimandati in data da destinare.
Giusto per fare due esempi, basti pensare alla recente prima della Scala di Milano il 7 dicembre scorso, uno show stellare (come l’ha definito “Il Giorno”), a porte chiuse ma in diretta TV, senza pubblico ma con un maxi-schermo al centro del palco, soluzione utilizzata – pur con finalità diverse – anche per la finale di Miss Italia 2020, trasmessa in live streaming il 14 dicembre dal Polo Culturale Multidisciplinare Spazio Rossellini di Roma con il patrocinio della Regione Lazio.
Eventi come questi non sono facili da gestire, soprattutto ora che hanno subito una trasformazione. A muoversi è un’intera macchina organizzativa che si compone di personale specializzato e di risorse tecniche all’altezza della manifestazione e della grandezza dell’evento stesso. Bisogna districarsi nella scelta delle adeguate infrastrutture da collocare in spazi anche molto ampi, interni o esterni che siano. Per non parlare dell’importanza della scelta dei mezzi di proiezione, che in questi casi concorrono alla realizzazione della scenografia o si utilizzano come veicolo pubblicitario per gli sponsor. Ed è proprio di questi che vogliamo parlare.
Videoproiettori o Ledwall?
Le tecnologie per eventi a porte chiuse sono accomunate dall’utilizzo di sistemi di proiezione o di display di varie tipologie, indispensabili per conferire prestigio e sottolinearne l’importanza. È sempre più comune trovarli installati sui palcoscenici, al punto che l’infinità dei modi in cui possono essere usati li rende praticamente imprescindibili e questa è la ragione per cui si sono diffusi rapidamente.
Una volta, per proiettare immagini di grandi dimensioni in eventi outdoor o indoor, l’unica soluzione era quella di usare i videoproiettori. Il limite d’utilizzo in ambienti esterni era però rappresentato dalla loro luminosità. La tecnologia ha però fatto passi da gigante ed attualmente i videoproiettori laser DLP a 3 chip professionali per grandi ambienti ed eventi coprono un ampio spettro di livelli di luminosità, da 8.000 fino a oltre 50.000 ANSI Lumen e sono progettati per essere anche itineranti, quindi per le applicazioni cosiddette touring, oltre che per le installazioni fisse.
Un esempio di videoproiettore laser RB caratterizzato da un’elevatissima luminosità è il Videoproiettore Nec PH3501QL – Ligra DS che può proiettare, secondo l’obiettivo utilizzato, su uno schermo con diagonale variabile fra 100” e 1000” (25,4 m).
I requisiti essenziali di un videoproiettore per sale eventi e attività sportive multifunzionali o per teatri, musei e parchi divertimento sono la sorgente luminosa laser (per ragioni di affidabilità e durata nel tempo), l’obiettivo intercambiabile (per ogni esigenza di proiezione) e soprattutto un’elevata luminosità. Paradossalmente, il problema maggiore potrebbe essere rappresentato dal telo di proiezione, anche se oggi grazie all’ottima qualità costruttiva e ad intelligenti soluzioni tecniche si riescono a realizzare modelli motorizzati con base sino a 6,5 m (ad esempio Helgi Video Ele Sch. HELGI mot.tensio. VECT-SG-10-650-BS35-BL5 – Ligra DS , rapporto di proiezione 16:10), oltre alla quale si passa alla categoria degli schermi con cornice che possono arrivare anche a 32 m nel caso di quelli cinematografici.
Una alternativa sempre più usata è costituita dai Ledwall e Videowall per lo spettacolo, display componibili che permettono di realizzare schermi orizzontali e verticali di qualunque dimensione. Questi display si utilizzano per realizzare scenografie, riprodurre video emozionali e presentazioni digitali di ogni genere.
Pur essendo stati introdotti negli anni ‘80, solo ultimamente i Ledwall per lo show business sono diventati molto popolari grazie all’abbassamento dei costi, peraltro molto variabili secondo il passo (da meno di 3000 Euro al metro quadrato a più di 10.000). Negli ultimi anni hanno fatto la loro comparsa anche le varianti con moduli trasparenti.
Spesso si fa confusione fra Videowall e Ledwall. Qual è la differenza?
Il Videowall è un maxi-schermo composto da un numero variabile di monitor singoli di varia natura (LCD retroilluminati oggi, monitor al plasma o CRT in passato) la cui combinazione permette il raggiungimento della dimensione desiderata dello schermo. Ogni monitor proietta una porzione dell’immagine, che viene formata per intero da tutti i monitor utilizzati. Il principale limite dei Videowall è sempre stato quello delle antiestetiche cornici che racchiudevano ogni singolo elemento, generando una discontinuità nell’immagine complessiva. Usiamo il passato perché la tecnologia attuale ha consentito l’utilizzo di monitor con cornici spesse solo pochi millimetri, da un minimo di circa 0,88 mm (ad esempio NEC UN552VS) ad un massimo di circa 3,5 mm, difficilmente visibile anche stando relativamente vicino.
Il Ledwall, viceversa, utilizzano esclusivamente singoli pannelli a LED, detti moduli, che possono essere combinati ed utilizzati non solo per riprodurre un’unica grande immagine, ma anche per la visualizzazione d’immagini e video singoli provenienti da una qualsiasi sorgente a partire dal PC. I punti di forza dei Ledwall sono diversi: altissima luminosità (che li rende adatti anche per eventi outdoor), grande visibilità anche a grande distanza e affidabilità.
La scelta tra Videowall, Ledwall o Videoproiettore è ovviamente rimessa a chi è deputato all’organizzazione tecnica dell’evento. Proprio questa libertà di scelta desta a volte alcuni dubbi, considerate le caratteristiche performanti sia dell’uno che dell’altro dispositivo. Si tenga presente che mettere in funzione un Ledwall è però più costoso rispetto ad un videoproiettore, in quanto richiede un tecnico dedicato che lo deve montare modulo per modulo, tassello per tassello, e che richiede tempo e perizia.
Esistono anche soluzioni non modulari, monitor di grandi dimensioni (fino a 98” per prodotti non custom) subito pronti all’uso, non essendo necessario assemblare i vari pannelli. Si chiamano LFD, acronimo di Large Format Display (come l’Unilumin UTVIII-1.5S UTVIII 1.5S- 136″ Large Led Display All-In-One – Ligra DS), tuttavia la loro diagonale è nella maggior parte dei casi troppo piccola per poterli impiegare negli spettacoli.